Anche gli animali si ammalano di cancro
Fibrosarcoma. Già il nome fa venire qualche brivido. Sarà perché tutto quello che finisce in “oma” induce a brutti pensieri, mentre invece vi sono molti tumori benigni o ad andamento relativamente benigno che finiscono proprio in “oma” (anche se comunque non sono mai piacevoli). Il lipoma, un accumulo di grasso, l’emangioma, un ingrossamento dei vasi, ad esempio sono tumori del tutto benigni, di solito perfettamente curabili e soprattutto, proprio perché benigni, non in grado di provocare metastasi in organi vitali.
Vi sono poi altri tipi di tumori, che hanno un andamento completamente diverso nell’uomo e nell’animale. L’istiocitoma, ad esempio, è un grave, e per fortuna raro, tumore maligno nell’uomo, mentre nel cane giovane si tratta di una neoplasia che, quasi sempre, regredisce spontaneamente dopo qualche mese, senza lacuna terapia né medica né chirurgica. Il fibrosarcoma invece è una faccenda molto seria e sono in corso, da anni, studi e ricerche per fare luce su questo strano tumore maligno molto frequente nel gatto. Si tratta di una neoplasia invasiva e altamente maligna che colpisce dapprima il tessuto connettivo sottocutaneo e può poi espandersi in profondità fino all’interno delle cavità toracica e addominale, senza dar luogo a metastasi.
Alcuni ricercatori, come gli anglosassoni, mettono in correlazione questo tipo di tumore con le vaccinazioni, tanto da chiamarlo fibrosarcoma post-vaccinale. Altri, addirittura pensano che sia sufficiente, in animali predisposti, l’azione meccanica dell’ago per scatenare, nel tempo, la proliferazione di cellule maligne. In realtà nessuno conosce con certezza la verità e sarebbe saggio e prudente chiamarlo fibrosarcoma felino, termine che non implica la causa del tumore. Perché si è fatto avanti il sospetto che le vaccinazioni possano fungere da spina irritativa per la formazione del fibrosarcoma?
E’ stata l’analisi dei dati epidemiologici a indirizzare il sospetto nei confronti delle iniezioni sottocutanee e in particolare delle iniezioni vaccinali contro rabbia e leucosi felina. In altri termini si è notato che statisticamente la zona di insorgenza del tumore era localizzata di preferenza proprio nelle aree dove si praticano le vaccinazioni (zona interscapolare e dorso). Il meccanismo mediante il quale la vaccinazione stimolerebbe la formazione del tumore esula da questo articolo.
Sarà sufficiente sapere che le iniezioni ripetute potrebbero alterare il DNA, causando la formazione neoplastica. Condizionali, “se ” e “ma” d’obbligo, perché ancora non vi è nulla di certo. Alcuni, sulla base di questi dati, hanno messo in dubbio l’utilità delle vaccinazioni. Beh, se un gatto è stato regolarmente vaccinato per 7 – 8 anni e vive in casa, può evitare il richiamo annuale o tutt’al più farlo ogni 2 – 3 anni. Sia chiaro che è molto più facile, per un gatto, infettarsi di una grave malattia virale, a causa della mancata vaccinazione, piuttosto che rischiare un ipotetico tumore vaccino indotto. In media stat virtus.